Ea nam lagere
Cetero oporteat sensibus his eu. Has ex vidisse perpetua, vis partem mollis mandamus at. Ea nam legere mentitum prodesset, no quo lucilius liberavisse, te oratio debitis omittantur eos.
Vitae eos
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nulla euismod condimentum felis vitae efficitur.
«Gli allevamenti intensivi inquinano e sono causa di decessi. Vanno superati»
diAlessandro Sala
L'appello di cinque associazioni (Greenpeace, Isde, Lipu, Terra e Wwf) nella Giornata mondiale per gli animali negli allevamenti: «Cambiare modello agricolo è possibile. Discutere subito la legge presentata alla Camera»
(Imagoeconomica)
Avviare un cambio radicale delle politiche agricole privilegiando una transizione «agro-ecologica» degli allevamenti intensivi, per combattere l'inquinamento che da essi deriva e per tutelare le piccole aziende agricole, garantendo anche condizioni di benessere migliori agli animali. E farlo velocemente, calendarizzando la proposta di legge promossa da cinque associazioni ambientaliste - Greenpeace Italia, Isde Medici per l'Ambiente, Lipu, Terra! e Wwf Italia - e fatta propria da 21 parlamentari di cinque diversi gruppi politici. La richiesta è stata rilanciata oggi dalle associazioni che hanno lanciato il manifesto per un agricoltura più sostenibile, in occasione della Giornata mondiale per gli animali negli allevamenti.
Il focus della richiesta non è solo quello delle condizioni di detenzione e di macellazione degli animali, che negli allevamenti intensivi vengono cresciuti in condizioni che non garantiscono i loro bisogni primari, tra cui avere spazi dignitosi, potere accedere ad aree esterne e avere una alimentazione adeguata alle rispettive esigenze biologiche ed etologiche. Ma anche quello di limitare il peso che queste strutture di dimensioni medie e grandi, caratterizzate da una concentrazione elevata di capi in ambienti di ridotte dimensioni, hanno sull'inquinamento dei suoli e su quello atmosferico. Gli allevamenti intensivi sono infatti responsabili del 75% di tutte le emissioni di ammoniaca su scala nazionale, rilevano le associazioni citando dati dell'Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale, e sono la seconda fonte di formazione di polveri sottili (il particolato si genera per effetto della combinazione con altri composti presenti in atmosfera) oltre a generare il 40% delle emissioni di metano (emissioni dirette da parte degli animali). Queste emissioni, sottolineano, sono ogni anno la causa di circa 50 mila morti premature dovute a patologie connesse all'inquinamento. Soprattutto in Pianura Padana, la parte di territorio dove maggiore è la concentrazione di allevamenti intensivi. Quindi un tema anche di salute umana.
PUBBLICITÀ
Le responsabilità non sono solo gli allevamenti, ma anche dell'intera filiera ad essi legata. Gran parte delle superfici agricole sono utilizzate per la produzione di cereali destinati a diventare mangimi per gli animali da allevamento (circa due terzi di quelli commercializzati in Europa, per i quali viene destinato il 70% dei terreni agricoli dell'area comunitaria), che vengono dunque alimentati con cibo non rispondente alla loro etologia. I ruminanti, per esempio, dovrebbero avere un'alimentazione a base erbivora, non cerealicola. «La zootecnia industriale- evidenziano ancora le cinque associazioni - comporta la presenza di un elevato numero di animali in spazi ristretti, creando un ambiente favorevole al proliferare di virus e zoonosi. Senza dimenticare il consumo considerevole di acqua e la produzione di enormi quantità di escrementi animali da smaltire».
Di qui la necessità di una svolta da attuare intervenendo su più fronti, partendo da una moratoria sull'avvio di nuovi allevamenti intensivi e passando per una progressiva riduzione del numero di animali allevati, prevedendo anche risorse che consentano la riconversione delle aziende medie e grandi e un sostegno a quelle più piccole. L'obiettivo è riportare l'agricoltura e l'allevamento a una dimensione più a misura d'uomo e di ambiente, «riconoscendo il giusto prezzo ai piccoli produttori e garantendo ai consumatori l'accesso a cibi sani e di qualità».
Il manifesto della coalizione ambientalista, che si era ribattezzata «Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia», nome non agevolissimo che sarebbe poi diventato il titolo della proposta di legge, era stato presentato a febbraio. Il 23 luglio la presa in carico da parte dei 21 parlamentari. Ma da allora non ci sono stati passi avanti, di qui la richiesta di inserire il tema nei lavori della Camera. Il 24 ottobre a Roma un incontro rilancerà il tema con un convegno a cui sono stati invitati anche il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida (FdI), e il presidente della Commisisone Agricoltura, on. Mirco Carloni (Lega), i cui partiti di appartenenza sono molto critici verso la transizione agricola, sostenuta anche a livello Ue con il cosiddetto Green Deal e con la strategia Farm to Fork.
“Tutti questi numeri resi disponibili dalla ricerca scientifica e ambientale – fanno notare le Associazioni - rendono evidente l’urgenza di avviare a livello globale, nell’Unione Europea e nel nostro Paese una transizione della zootecnia intensiva verso modelli di allevamento agroecologici, anche a difesa delle piccole aziende, travolte anch’esse dal modello attuale: in poco più di 10 anni l’Italia ha infatti perso quasi il 40 per cento delle sue ‘piccole aziende’ mentre sono cresciute quelle più grandi che spesso adottano metodi più intensivi”.
Le associazioni concludono che “anche per questo il cambiamento deve partire da un freno all’ulteriore espansione degli allevamenti intensivi e passare per una progressiva riduzione del numero di animali allevati. Serve una moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti, in particolare nelle zone più inquinate dagli allevamenti intensivi, come molte aree della Pianura Padana”.
Per questo, le Associazioni Greenpeace Italia, ISDE Medici per l’Ambiente, Lipu, Terra! e WWF hanno presentato a febbraio una proposta di legge, accompagnata da un manifesto, per cambiare il sistema degli allevamenti intensivi. Dopo essere passata al vaglio degli uffici legislativi, la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati il 23 luglio scorso, con le firme di 21 parlamentari di cinque diversi gruppi politici. Per incoraggiare la transizione ecologica delle grandi e medie aziende e rendere protagoniste le piccole aziende agricole, riconoscendo il giusto prezzo ai piccoli produttori e garantendo ai consumatori l’accesso a cibi sani e di qualità, la proposta di legge prevede un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato.
Le cinque Associazioni attendono ora che il testo venga calendarizzato per essere discusso alla Camera e per stimolare il dibattito su questo importante tema organizzano un incontro il prossimo 24 ottobre a Roma, presso il Centro Congressi Cavour, dalle ore 14.30 alle 18.00, al quale sono invitati il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera On. Mirco Carloni.
La transizione agro-ecologica degli allevamenti intensivi rappresenta una priorità anche alla luce dei contenuti del documento del “Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'UE”, presentato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen il 4 settembre scorso. Si tratta di idee che guideranno il lavoro della Commissione europea nella definizione di una nuova visione per l'agricoltura e l'alimentazione nei 27 Paesi membri. L’Italia, con l’approvazione della proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia”, ha l’opportunità di essere l’avanguardia del cambiamento dei modelli di gestione degli animali negli allevamenti, per garantire la salute delle persone e dell’ambiente insieme al benessere degli animali allevati.
Roma, 2 ottobre 2024
Abbiamo bisogno del vostro consenso per caricare le traduzioni
Per tradurre i contenuti del sito web utilizziamo un servizio di terze parti che potrebbe raccogliere dati sulla vostra attività. Si prega di rivedere i dettagli nell'informativa sulla privacy e accettare il servizio per vedere le traduzioni.